La leggenda vuole che Luigi XIV chiese al falegname di corte di inventare qualcosa che gli evitasse di sporcarsi i vestiti di inverno mentre giocava acroquet con la corte. Il falegname costruì un tavolo con un panno verde senza sponde che avesse le sembianze di un prato. Il Re gli fece notare che le grosse biglie cadevano dal tavolo ed il falegname ritornò con un tavolo con sponde altissime con le quali era impossibile giocare che furono successivamente abbassate (e chiamate Banks da cui deriva a Londra Enbankment e le rive del Tamigi). Successivamente Maria Antonietta diventò una giocatrice provetta malgrado le stecche dalla strana forma ricurva. Comunque il croquet diede origine, non solo al biliardo, ma anche al golf.[senza fonte]

Le origini di un gioco imperniato sullo scivolamento controllato di biglie sferiche su un piano liscio e orizzontale sono da taluni individuate in giochi della remota antichità, sebbene per trovare buone rassomiglianze col gioco attuale si debba attendere il XV secolo, quando in Francia comincia a diffondersi un tipo di tavolo (derivato da quello per il gioco del Bagatelle) adatto per un gioco assai simile a quello chiamato carambola.

La diffusione continentale fu alquanto rapida, e parallelamente in Inghilterra (dove presumibilmente erano giunte notizie sulle proporzioni dei tavoli, ma non sulle misure) si cominciò a lavorare su tavoli molto grandi, che poi avrebbero ospitato il gioco dello snooker.

Curiosamente, il gioco ebbe pronto successo tanto fra le classi elevate che fra quelle popolari. Ad esempio mentre la specialità di gioco all'italiana a cinque birilli, fu praticato nelle corti aristocratiche, specialmente presso i Borboni, la specialità denominata goriziana, come l'etimo suggerisce, nacque in zone di contado e fu subito gioco di popolo. Anche tra le gerarchie ecclesiastiche non mancarono appassionati, visto che, ad esempio, il Legato Pontificio di Forlì, negli anni Venti dell'Ottocento, si fece appositamente costruire un biliardo da un artigiano locale.

Il materiale con cui preferibilmente venivano realizzate le bilie era l'avorio ma progressivamente, a causa del costo di produzione e della scadenza dell'avorio, sono state sostituite con altre in resina artificiale.

Il gioco ebbe largo seguito anche nel continente americano, dove nacquero nel primo Novecento, anche grazie alle possibilità tecnologiche, le biglie colorate e numerate. Queste originarono varianti di gioco molto diverse (le principali sono circa una dozzina), tutte riferite a tavoli con buche e, secondo uno spirito spettacolistico intuibile, con buche allargate, cosa che richiedeva una particolare versione dei tavoli con buche, infatti detti "a buche americane".

 

Fonte.http://it.wikipedia.org

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